più o meno alla stessa età ogni esponente della cultura occidentale ha scoperto che babbo natale non esiste e non solo che era una balla colossale il racconto, ma anche che attorno era stato costruito un vero complotto, comprendente travestimenti, complicità di numerose persone, complicate scelte di tempo per entrare in casa etc.
si buttano così le basi per diffidare di tutto ciò che vedi e credi e non sei in grado di verificare personalmente.
così un individuo per sua natura curioso e paranoico (quale sono) comincia a cercare basi solide su cui cominciare a costruire la propria vita e le proprie consapevolezze, partendo appunto da ciò che può verificare.
primo sono vivo, secondo l'aria è trasparente, terzo il fuoco brucia etc. son certezze mica da poco queste...
il risultato temo sia, giunto ormai ai 21 anni, la naturale diffidenza verso tutto ciò che ricorda babbo natale, nel senso di tutto ciò che pare troppo poco chiaro, troppo "costruito". peccato che con questo procedimento passino come sabotaggi alla tua corretta visione della realtà anche lo stato, la religione, il matrimonio, la democrazia come la dittatura, il comunismo più sfegatato e la destra radicale etc. etc. etc. insomma tutto ciò che non parte dal fatto inoppugnabile che l'aria è trasparente, che il fuoco brucia, che l'acqua bagna e che babbo natale non esiste (verità col tempo divenuta assoluta e certissima quanto l'aria). in questo lo spunto di riflessione sta nel fatto che attualmente la sensazione è quella di vivere in un modo conforme ad un mondo che non rispecchia la brutale realtà dei fatti, quanto piuttosto ad uno fittizio non si sa bene se costruito o autogenerato. quindi dire di star vivendo la realtà o una realtà, o la nostra realtà, diventa assurdo come domandarsi se il contrario di tre sia -3 o 3 alla -1.
meno male che babbo natale non esiste, se no l'avrei picchiato allo sfinimento.
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