14 giugno 2008

it was a dream? just a dream?

sinceramente non riesco a pensare che ciò che sogno sia solo quello. o forse mi fa male pensarlo, come se ne avessi bisogno. necessità di credere che il mondo "fittizio", ma reale, del mio inconscio trovi riscontro nella realtà. necessità di comunicare i miei sogni. e sia ben chiaro: "sogni" non è inteso come aspirazioni, ma proprio come quella cosa che si fa di notte a letto e non è il sesso. che parola poi, sesso. il mio sesso è maschile. cioè definito da un organo che è il pene. quindi se uso il pene faccio sesso. che parola grezza, non la capisco.
tu sogni una ragazza, e sogni di fare l'amore con lei, non sesso. sogni di guardarla negli occhi mentre lo fai, di guardarla come non è certo che faresti nella "realtà", come solo la totale assenza di ogni remora ed imbarazzo può portare... e sogni che lei ti dice: chiamami domani. e ti svegli ed è domani. e ti svegli e sai che è solo un cazzo di stronzo fottuto sogno. ma mica è il tuo primo pensiero, almeno il secondo, se va bene. il primo è: devo chiamarla, oggi è domani. il secondo è: "merda, l'ho solo sognato". solo? o addirittura?

3 commenti:

Vevvi ha detto...

ai-iai-iai!!!
bel pezzo.
hai colto in pieno la situazione di svegliarsi con delle convinzioni totalmente fittizie, ma almeno per primi pochi istanti del risveglio così concrete.
così reali.
non credo che i sogni si possano interpretare come "segni del destino" o cose simili, ma sono certa dell'influenza che hanno su di noi.se ci pensi ciò che sognamo è già insito nel nostro io, ed il sogno è interpretabile come la pellicola sulla quale il nostro inconscio si mostra a noi.
io sogno molto, ed ogni giorno intorto qualcuno raccontandogli i sogni della notte precedente.
è un modo per sfogarmi, ma soprattutto per riflettere e tentare di chiarirne le meccaniche(quando è possibile).

...

Anonimo ha detto...

beh, steff.
almeno ora sei sveglio.
bentornato

al ha detto...

deep dish-dreams.